Biografia di Karl Guthe Jansky, il padre della radioastronomia
Nel panorama dell'astronomia del XX secolo, una figura emerge con un contributo tanto silenzioso quanto fondamentale: Karl Guthe Jansky
La vita di Karl Jansky
Noto a tutti per la scoperta delle onde radio, Karl Jansky è una delle figure più importanti nella storia dell'astronomia multifrequenza
Nel panorama dell'astronomia del XX secolo, una figura emerge con un contributo tanto silenzioso quanto fondamentale: Karl Guthe Jansky.
Nato il 22 ottobre 1905 a Norman, Oklahoma, Jansky non era un astronomo di professione, bensì un ingegnere radio presso i Bell Telephone Laboratories. Tuttavia, il suo lavoro pionieristico aprì una nuova finestra sull'universo, dando il via a quella che oggi conosciamo come radioastronomia.
Gli anni della formazione e l'approccio alla radioastronomia
Fin da giovane, mostrò un vivo interesse per la scienza, influenzato dal padre, Cyril M. Jansky, professore di ingegneria elettrica all'Università del Wisconsin. Dopo aver conseguito la laurea in fisica nel 1927 presso l'Università del Wisconsin-Madison, Jansky entrò nel 1928 nei laboratori della Bell Telephone con l'obiettivo di studiare le interferenze radio che disturbavano le comunicazioni transoceaniche. La sua ricerca lo portò a progettare e costruire un'antenna rotante, soprannominata "giostra di Jansky", in grado di captare onde radio a diverse frequenze e di identificare la direzione delle sorgenti di rumore radio.
La scoperta delle onde radio provenienti dallo spazio
Dopo mesi di osservazioni, nel 1931 individuò tre tipi principali di rumore: temporali locali, temporali distanti e un misterioso segnale debole e costante. Fu così che, nel 1932, Jansky fece una scoperta sensazionale: durante l'analisi dei dati raccolti dalla sua antenna, notò che il terzo tipo di segnale si ripeteva con un periodo di circa 23 ore e 56 minuti, corrispondente al giorno siderale, suggerendo una provenienza extraterrestre. Determinò che la fonte del segnale era situata nella costellazione del Sagittario, in direzione del centro della Via Lattea. Questa scoperta, annunciata nel 1933, segnò la nascita della radioastronomia, aprendo una nuova finestra sull'universo.
L'eredità di Jansky
La scoperta di Jansky, pubblicata nel 1933, aprì un nuovo capitolo nell'esplorazione dell'universo. Per la prima volta, gli astronomi potevano "ascoltare" il cielo attraverso le onde radio, rivelando fenomeni celesti invisibili all'occhio umano e aprendo la strada a una nuova branca dell'astronomia: la radioastronomia.
Nonostante l'importanza della sua scoperta, Jansky non proseguì le sue ricerche in questo campo. Le sue ricerche si concentrarono su altri aspetti delle comunicazioni radio, e fu solo anni dopo che altri scienziati, come Grote Reber, ripresero i suoi studi, sviluppando la radioastronomia come disciplina scientifica Tuttavia, il suo nome è entrato a pieno titolo nella storia dell'astronomia.
Karl Jansky morì il 14 febbraio 1950 a Red Bank, nel New Jersey. Oggi è ricordato come il pioniere della radioastronomia, e in suo onore l'unità di misura della densità di flusso radio è chiamata "jansky".
Viene utilizzato per misurare la quantità di energia che arriva sulla Terra da sorgenti radio astronomiche, come galassie, quasar, pulsar e altre sorgenti celesti che emettono onde radio. La densità di flusso misurata in jansky fornisce informazioni sulla luminosità e sulla potenza emessa da queste sorgenti. Questa tipologia di sorgente emette segnali estremamente deboli. ed è quindi molto utile avere un'unità che eviti numeri troppo piccoli in notazione scientifica. Ad esempio, il flusso radio della radiosorgente Cygnus A è di circa 1.000 Jy, mentre quello della debole radiazione di fondo cosmico è solo di 0,0004 Jy (o 400 µJy).
Il jansky è definito come:
$$ 1 \, \text{Jy} = 10^{-26} \, \text{W} \cdot \text{m}^{-2} \cdot \text{Hz}^{-1} $$
Dove:
- W: Watt (unità di potenza)
- m²: Metri quadrati (area)
- Hz: Hertz (frequenza)
Fonti: NRAO, Britannica, Wikipedia, Treccani
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